venerdì 3 luglio 2009

Draghi: troppe tasse, urgente il taglio

Draghi: troppe tasse, urgente il taglio
«Alzare l’età pensionabile, preoccupa l’inflazione, salari troppo bassi. Le banche hanno retto alla crisi»
Draghi, nella sua relazione annuale che ammette però che i salari sono troppo bassi. «Il Paese ha desiderio, ambizione, risorse per tornare a crescere» e protagonisti «devono essere i giovani», ha affermato Draghi, sottolineando che «stabilità politica» e «forza delle istituzioni sono le fondamenta su cui costruire l’intervento risanatore. La sua attuazione richiederà l’impegno di tutte le forze di cui dispone il Paese».
TASSE - La pressione fiscale in Italia è aumentata negli ultimi due anni di 2,8 punti percentuali ed è arrivata «appena al di sotto del valore massimo registrato nel 1997, al culmine degli sforzi per entrare nei parametri di Maastricht».
EURO E INFLAZIONE - L’inflazione sta accelerando nell’eurozona, ma «la dinamica dei costi interni è rimasta moderata: non vi è stata finora rincorsa tra salari e prezzi». Draghi ha poi ringraziato la presenza dell’euro: «Di fronte al rialzo dei prezzi internazionali, la forza dell’euro protegge il potere d’acquisto dei cittadini, i loro risparmi» dai rincari di energia, materie prime e alimentari che hanno spinto l’inflazione del primo trimestre al 3,3%, il livello più elevato dalla prima metà degli anni Novanta.
CONTI PUBBLICI - Nell’ultimo biennio «la situazione dei conti pubblici è migliorata» ma, secondo il governatore di Bankitalia, «i risultati per l’anno in corso si prospettano meno favorevoli». Anche in un contesto congiunturale difficile, però, «il rapporto fra debito e prodotto deve restare su un sentiero di flessione». «La fase di debolezza ciclica», attraversata dall’Italia nel 2007 «si protrarrà almeno per l’anno in corso».
FAMIGLIE E GIOVANI - «La spesa delle famiglie italiane è frenata dalla bassa progressione del reddito disponibile», che tradotto significa che gli stipendi sono troppo bassi, soprattutto per quanto riguarda i «redditi più bassi», è l’opinione del governatore dell’istituto centrale di credito. «I consumi continuano a risentire dell’instabilità dei rapporti di impiego, diffusa specialmente tra i giovani e nelle fasce marginali di mercato del lavoro». I protagonisti della rinascita italiana devono essere i giovani, «oggi mortificati da un’istruzione inadeguata, da un mercato del lavoro che li discrimina a favore dei più anziani, da un’organizzazione produttiva che troppo spesso non premia il merito e non valorizza le capacità». A fronte dell’esortazione di lasciare spazio ai giovani, però Draghi lamenta che troppi pochi anziani lavorino in Italia: «Solo il 19% degli italiani tra i 60 e i 64 anni svolge un’attività lavorativa, contro il 33% degli spagnoli, il 45% dei britannici e il 60% degli svedesi».
PENSIONI - «Un incremento dell’età media di pensionamento e un convinto sviluppo della previdenza complementare, può dare un fondamentale contributo alla riduzione della spesa pubblica», è il suggerimento di Draghi, secondo il quale occorre anche «cancellare gli ultimi impedimenti al cumulo tra lavoro e pensione e incoraggiare forme flessibili di impiego con orari adattabili alle esigenze individuali».
BANCHE E CRISI MUTUI - Secondo il governatore è ancora presto per dire che sia finita la crisi finanziaria innescata in Usa dai mutui a rischio. Le tensioni sui mercati si vanno allentando ma «non si sono ancora ripristinate condizioni di normalità». Draghi ha fatto anche notare che le banche italiane «hanno retto bene l’urto della crisi». La commissione di massimo scoperto, applicata dalle banca sui conti correnti in rosso, è un istituto di scarsa trasparenza e va abolito, ha affermato Draghi. Nelle banche italiane ci sono stati «ritardi» nell’applicare le nuove norme su portabilità gratuita ed estinzione anticipata dei mutui.

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